venerdì, ottobre 18

Giochi d'infanzia (si stava meglio quando si stava peggio)

Caro Lettore,

Quando ero piccola, alla classica domanda “cosa vuoi fare da grande?” rispondevo sempre con molta decisione: “La cassiera del supermercato!”.
Il motivo principale di questa mia risposta categorica era il fascino che esercitava su di me il registratore di cassa utilizzato dalle cassiere del supermercato dove mi recavo con i miei. Fin dal primo modello che ebbi l’occasione di osservare, che era meccanico e possedeva una tastiera fornita di quattro file di pulsanti di colore diverso, in cui ogni colore corrispondeva rispettivamente alle migliaia, centinaia, decine e unità e per comporre un prezzo dovevano essere pigiati uno dietro l’altro.
Modello di registratore di cassa molto simile a quello che intendo io

venerdì, settembre 13

Dreams are my Reality

Caro Lettore, 

rientro dopo un periodo di pausa estiva, festeggiando il primo anno di vita del mio blog, con un post che come diceva Ezio Greggio "para-normale, ma bada ben bada ben, è normale".

La mia bisnonna paterna, Nelide, detta nonnina, perché soffriva di una sorta di nanismo e deformazione agli arti, per cui era alta poco più di un metro, era gobba e aveva le gambe completamente deformi, era una donna molto coraggiosa. Nata nel 1890, aveva vissuto due guerre mondiali, partorito e cresciuto due figli nonostante le sue difficoltà fisiche, e sposato un uomo molto più vecchio di lei, e che per lei aveva abbandonato una famiglia numerosa.
Dopo la morte del marito la nonnina era andata a vivere con mia nonna, e l'aveva aiutata a crescere due figli, mio padre e mia zia. Io l'ho conosciuta e vissuta fino alla sua morte avvenuta quando avevo 10 anni, e mi ricordo molto bene di questa personcina sempre vestita di nero, con le dita delle mani ossute e contorte, che emanava un buonissimo profumo di lavanda mista a polvere di casa, e che, seduta su una seggiolina in bagno si faceva sistemare ogni mattina i pochi capelli bianchi in una crocchia da mia nonna.

giovedì, luglio 11

La storia di Gino (ma Pieraccioni farebbe meglio)

Caro Lettore,

Lo zio Gino, era lo zio di mia madre, fratello minore di mia nonna materna. A Firenze lo potremmo definire “un personaggio”, cioè una persona estroversa, dai modi di fare singolari e una condotta di vita fuori dal comune. Sicuramente avrebbe potuto ispirare qualche nostro regista toscano, e fare il protagonista di una commedia. Mi immagino già la scena in cui lui compare sulla sua moto, con la voce fuori campo di Pieraccioni, che comincia a raccontare la sua storia.
Lo zio Gino era nato nel 1911, ed era il parente preferito di mia madre. Nei miei ricordi c’è una foto, in cui io all’età di quattro o cinque anni sono seduta su una moto con le mani sul manubrio, come se la stessi guidando, e mi trovo in un paese del Casentino dove lo zio Gino aveva una casa in campagna. Anche la moto era sua, in effetti lo zio era appassionato di motori e anche da anziano, finché ha potuto, si è sempre spostato in motorino. A vederlo era buffo, non tanto alto, in carne, orologio d’oro al polso, anello d’oro tipo pataccone alla mano destra e vari braccialetti sempre di valore ad entrambe le braccia. Da dove venissero tutte queste risorse non si è mai capito bene, oltre al fatto di come potesse permettersi di viaggiare in giro per il mondo, visto che non aveva un mestiere dichiarato, se non quello di mantenuto dalla moglie, la zia Elda, che faceva la parrucchiera in casa, ma che probabilmente ricavava dal suo mestiere ben più di quello che ci si aspettasse.

martedì, giugno 25

Paure e dintorni

Caro Lettore,
fin da piccoli siamo costretti a convivere con le nostre paure, alcune riusciamo a superarle nel corso della nostra esistenza, altre persistono per sempre. Nel mio caso ce ne sono diverse che ti vado ad elencare.
Comincio con un ricordo di bambina, un cartone animato molto conosciuto, Biancaneve e i sette Nani di Walt Disney. Probabilmente i bambini di oggi l'hanno visto una volta sola, vista la numerosa e varia offerta di cartoni di cui possono usufruire, ma nei primi anni settanta, quando io ero bambina, l'alternativa tra cui si poteva scegliere era molto ridotta e spesso si tornava al cinema per vedere classici come Robin Hood, Gli Aristogatti, CenerentolaBambi e appunto Biancaneve.

venerdì, maggio 31

Deutschland ueber Alles (parte seconda)


Caro Lettore,

Tutto il mio percorso di formazione personale è stato accompagnato dallo studio della lingua tedesca, ed ha avuto il suo punto culminante nelle esperienze vissute ad Hannover e Potdsam. Già dopo le prime settimane ad Hannover la mia determinazione ad utilizzare quel soggiorno per imparare il più possibile la lingua e tornare a casa dai miei affetti, fu minata da un tarlo, dalla mia voglia di rompere il cordone ombelicale e di uscire dall’ala protettiva della famiglia, soprattutto di mia madre, che mi esplose addosso e si impossessò di me, senza possibilità di recupero, dando inizio alla mia indipendenza mentale e alla mia maturazione come persona adulta.
Benché passassi la maggior parte del mio tempo con Barbara, parlando quindi Italiano, accadde l’improvviso miracolo, e mi ritrovai d’un botto a capire e soprattutto a parlare in maniera corretta e senza troppi errori un idioma che non era la mia lingua madre. Questo successe principalmente grazie alla nostra frequentazione del corso di tedesco alla Volkshochschule, dove la maggior parte degli alunni, costretti per motivi diversi a trasferirsi in Germania, chi per lavoro, chi per essere fuggito da paesi sotto dittatura o in guerra, aveva dovuto imparare il tedesco per vivere, e anche se non lo aveva studiato, si sapeva esprimere molto meglio di noi.

lunedì, maggio 13

Deutschland ueber Alles (Parte Prima)


Caro Lettore,

inizio questo post con un’affermazione categorica: per me il tedesco è una lingua perfetta, e nonostante l’apparenza di lingua astrusa e complicata, è molto più semplice di quanto si pensi. Infatti è regolata da una grammatica potente e strutturata, che, se ben assimilata, ti sostiene sempre e non ti mette in difficoltà nella conversazione. Inoltre essa possiede il vantaggio che con una sola parola, spesso composta dall’unione di altre, può dare vita ad immagini magnifiche, che in Italiano è possibile descrivere solo utilizzando delle perifrasi.
Non so se ho cominciato ad amare la lingua tedesca consapevolmente, o se il fatto di averla studiata fin da piccola con piacere ha determinato il mio destino, a cui non mi sono evidentemente sottratta. Fatto sta che la lingua tedesca mi ha dato tante soddisfazioni personali e professionali.

mercoledì, maggio 8

Sognando Masterchef (Il pranzo di Arduinette)


Caro Lettore,

nel film “Il pranzo di Babette”, la protagonista, una prestigiosa ex cuoca parigina, costretta a scappare dalla Francia e a rifugiarsi in Danimarca, decide di utilizzare una vincita alla lotteria per preparare un pranzo speciale per le sue integerrime e modeste padrone di casa. Le sequenze dedicate alla preparazione del pranzo, con in sottofondo il piacevole rumore del brodo di tartaruga che bolle nel pentolone, mi trasmettono la passione per la cucina, l'attenzione dedicata alla preparazione delle pietanze, e il rispetto nei confronti delle materie prime usate. 
La mia passione per la cucina non è nata con quella per il cibo. Infatti, sebbene sia mia madre che entrambe le mie nonne fossero delle donne dedite al fornello, sono sempre stata solo spettatrice, assaggiatrice e fruitrice della loro arte, ma non loro discepola.

lunedì, aprile 15

Carne Tremula (De Gustibus...)



Caro Lettore,


non c’è dubbio, mi piace mangiare! Però, se è vero che la quantità di cibo che passa dal mio piatto al mio stomaco non mi spaventa, devo ammettere di avere gusti limitati, il che potrebbe far pensare che io sia schizzinosa, mentre in realtà il mio atteggiamento è conseguenza di esperienze particolari della mia infanzia che non sono riuscita a superare del tutto.

Da piccola sono sempre stata elogiata dai miei familiari soddisfatti perché "la bambina è di appetito e non ha mai saltato un pasto”. Ci sono alcuni aneddoti a conferma di ciò, tipo il fatto che fossi abituata a mangiare a mezzogiorno in punto e che diventassi una iena se non mi si presentava il piatto alla mia ora, per cui mia madre racconta di quando non sapevo ancora parlare ma urlavo “iso iso!!” dal seggiolone chiedendo che mi fosse dato il riso; oppure i dispetti che mi faceva la mia bisnonna che avvicinandosi l'ora di pranzo mi veniva a cercare dicendomi che non mi avrebbero dato da mangiare, e io disperata che gattonavo piangendo a cercare consolazione da mia nonna.

mercoledì, aprile 10

Born in the USA


Caro Lettore,

nel mese di Agosto del 2011 io e mio marito, freschi sposi da un mese, abbiamo fatto il nostro viaggio di nozze di quattro settimane negli USA.
Era una vita che aspettavo di poter calcare il suolo americano, infatti, quando abbiamo deciso di sposarci, non ho avuto nessun dubbio sulla meta del nostro viaggio, c’erano solo da scegliere le varie tappe. 
Purtroppo, sia per comodità, che per mancanza di tempo, abbiamo dovuto affidarci alla gestione di un’agenzia di viaggi, la quale si è rivelata incompetente e poco disponibile e ci ha fatto perdere diverso tempo durante il viaggio. Certo, l’ideale sarebbe stato organizzare l’itinerario da soli scegliendo le tappe più interessanti, prenotare aerei, auto e hotel prima di partire e poi gestire i nostri spostamenti in maniera autonoma, ma la mancanza di tempo ci ha costretti a fidarci di altri, cosa che inizialmente ci aveva sollevato e che invece a consuntivo dell’operazione matrimonio sarebbe stata una spesa da togliere.
Ad ogni modo il viaggio è stato bellissimo, ecco un piccolo resoconto delle maggiori località che abbiamo visitato.

lunedì, marzo 25

Fuori dal Mondo reale


Caro Lettore,

da poco ho superato la soglia dei 40 anni, una cima facile da raggiungere, ma dopo averla scollinata, è più difficile tornare indietro di quanto fosse stato nelle tappe precedenti. Ma non è un dispiacere, anzi, cominciare a prendere atto dei propri difetti e soprattutto imparare a selezionare e a scegliere, è un sorprendentemente piacevole sintomo di maturità.
Scegliere non significa solo decidere se mangiarsi un panino con la mortadella o con il prosciutto, ma vuol dire soprattutto rinunciare. Il segreto sta nel superare le apparenze e rendersi conto che la rinuncia che si sta facendo, apparentemente è un sacrificio, ma in realtà è una crescita. In un periodo recente della mia vita, mi è capitato di dover fare una scelta proprio di questo tipo: c’era da decidere se rinunciare alla piacevole frequentazione di due persone a causa della loro immaturità e mancanza di rispetto verso il prossimo.
Come sarà andata a finire?

La storia inizia qualche anno fa, quando cominciai a frequentare un gruppo di persone, a cui ero legata da un’attività ludica, un gioco, comunemente detto di ruolo, in cui guidati da un Maestro di giochi, tutti i componenti del gruppo una volta a settimana si ritrovavano intorno ad un tavolo e si abbandonavano alla fantasia, interpretando le avventure di personaggi fantastici.
Ben presto la frequentazione andò oltre la sessione settimanale di gioco, e il gruppo di giocatori diventò una vera e propria compagnia. Mi ricordo di cenoni di S. Silvestro, fine settimana al mare, gite, tutti momenti caratterizzati da grandi risate, tanto cameratismo e divertimento.

mercoledì, marzo 13

Alla Conquista del West



Molly: "E' così eccitante viaggiare Zeb, ogni giorno incontriamo un paesaggio diverso!"
Zeb: "Ecco perchè nessuno riesce a stare lontano da questo paese quando l'ha conosciuto!"


Caro Lettore,
C’è una serie televisiva che ho amato da piccola e di cui ti voglio raccontare, sperando che anche tu la conosca e possa condividere il ricordo con me, oppure di suscitare la tua curiosità, nel caso tu non l’avessi mai vista in tv.
Si tratta di “La conquista del West”, detta anche “Alla Conquista del West”, (titolo originale “How the west was won”) trasmessa in tre stagioni per un totale di 25 puntate, negli stati Uniti alla fine degli anni settanta, mentre in Italia per la prima volta tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta su rai due, e replicata negli anni da altre reti televisive.
Ho amato questa serie fin dalla prima puntata, ogni domenica pomeriggio mi piazzavo davanti alla tv con i miei genitori e cominciavo a gioire fin dalla sigla iniziale, che era costruita da una successione di immagini dei canyon, dei boschi e delle praterie americane con una musica che mi è rimasta in testa da sempre.  La mia passione per questo telefilm è stata tale che ho una serie di audio-cassette registrate mettendo il registratore vicino al televisore, la cui qualità si può immaginare quanto fosse elevata, che mi risentivo spesso dopo la fine della messa in onda del telefilm.
La serie è incentrata sulle vicissitudini di una famiglia americana, la famiglia Macahan nel periodo tra il 1860 e il 1870, subito prima, durante e dopo la Guerra Civile Americana.
Alcuni componenti della famiglia Macahan, da sx, Lara, Josh, Zeb, Luke, Jesse, Molly
Le avventure della famiglia cominciano proprio alla vigilia della guerra di secessione: il capofamiglia Timothy vive con la moglie Kate e i quattro figli Luke, Lara, Josh e Jessie in Virginia, dove gestisce una fattoria coltivando i campi annessi.
Nei 13 episodi complessivi delle prime due serie si raccontano le storie dei protagonisti, e le varie vicende si intersecano tra di loro senza esaurirsi in singoli episodi. Nell’ultima serie invece il filo rosso della storia principale scompare quasi del tutto ed abbiamo 11 capitoli “chiusi” in cui si racconta una storia che si esaurisce con la fine dell’episodio.

giovedì, gennaio 10

Primi Amori

Caro Lettore,

dopo un breve periodo di interruzione comincio il nuovo anno con un post romantico.
La notte di S.Silvestro si è creata una circostanza per cui sono riaffiorati alla mia mente ricordi di un mio piccolo grande amore durante il periodo delle scuole medie.

Sono passati tanti anni però si tratta di emozioni che difficilmente si scordano, le emozioni dei primi amori, del primo bacio, dei primi batticuori.
Il mio primo bacio l'ho dato all'età di sei anni, ad un mio compagno di prima elementare, tale Rinaldo, un bambino biondo con una vocina stridula per la quale veniva spesso preso in giro da mio padre. Mi ricordo un pomeriggio di primavera, avevo invitato a casa Rinaldo insieme ad un altro compagno di classe, Sergio, giocavamo ad impersonare dei personaggi di fantasia. Io ero la principessa, Rinaldo il principe azzurro mentre Sergio era lo stregone cattivo che ci perseguitava impedendoci di coronare il nostro sogno d'amore. Alla fine corri di qua e di là sali e scendi le scale di casa ci ritrovammo seduti in giardino e lì scattò questo innocente bacio sfiorandoci appena le labbra mentre lo stregone cattivo veniva sconfitto e moriva tra atroci dolori. Quel bacio faceva parte del gioco e non mi sconvolse più di tanto, però è stato il mio primo bacio e tale è rimasto nella mia mente.