venerdì, settembre 13

Dreams are my Reality

Caro Lettore, 

rientro dopo un periodo di pausa estiva, festeggiando il primo anno di vita del mio blog, con un post che come diceva Ezio Greggio "para-normale, ma bada ben bada ben, è normale".

La mia bisnonna paterna, Nelide, detta nonnina, perché soffriva di una sorta di nanismo e deformazione agli arti, per cui era alta poco più di un metro, era gobba e aveva le gambe completamente deformi, era una donna molto coraggiosa. Nata nel 1890, aveva vissuto due guerre mondiali, partorito e cresciuto due figli nonostante le sue difficoltà fisiche, e sposato un uomo molto più vecchio di lei, e che per lei aveva abbandonato una famiglia numerosa.
Dopo la morte del marito la nonnina era andata a vivere con mia nonna, e l'aveva aiutata a crescere due figli, mio padre e mia zia. Io l'ho conosciuta e vissuta fino alla sua morte avvenuta quando avevo 10 anni, e mi ricordo molto bene di questa personcina sempre vestita di nero, con le dita delle mani ossute e contorte, che emanava un buonissimo profumo di lavanda mista a polvere di casa, e che, seduta su una seggiolina in bagno si faceva sistemare ogni mattina i pochi capelli bianchi in una crocchia da mia nonna.
La nonnina era molto conosciuta e rispettata da tutti non solo a causa del suo aspetto fisico, che la rendeva unica,  ma anche per la sua ironia pungente, che colpiva in caso di necessità e affondava il suo avversario in maniera inequivocabile.
Era dotata di una forte curiosità per cui passava la maggior parte delle sue giornate alla finestra di cucina, che dava sulla piazza centrale del paese, dove si svolgevano le maggiori attività e si incontravano le persone. Dalla sua ottima visuale la nonnina era sempre informata su ciò che accadeva in piazza e diffondeva le notizie alle vicine. Ho sempre in mente il panchetto giallo che utilizzava per raggiungere angoli della casa a lei inaccessibili normalmente, ma soprattuto per affacciarsi alla finestra di cucina, un appuntamento a cui non poteva mancare.
La nonnina era una grande collezionista di qualsiasi cosa, di bottoni, elastici, spilli, carte di caramelle e cioccolatini, che custodiva gelosamente in alcune scatole da scarpe nell'armadio, ma soprattutto di confetti, che provvedeva a succhiare finché non rimaneva solo la mandorla interna, la quale in seguito veniva data da mangiare a mio padre, senza dirgli la provenienza.
Ma la cosa che più mi hai colpita negli aneddoti sulla nonnina, è il fatto che possedesse una sorta di sesto senso per cui si sentiva le cose. Famoso tra parenti ed amici era il racconto di un episodio che si ripeteva spesso in casa, per cui la nonnina ad un certo punto asseriva che il gatto era rientrato da fuori, veniva aperta la porta di casa ma il gatto non c'era. Poco dopo il gatto arrivava e si metteva a miagolare fuori dalla porta. Inoltre ogni tanto qualcuno rammentava episodi del passato e recriminava il fatto che numeri sognati dalla nonnina non erano stati giocati a sufficienza.
Ma l'aneddoto più importante è quello che riguarda la morte della nonnina, che morì nel 1981, alla veneranda età di 91 anni, chiudendo la sua esistenza in questo mondo con la previsione del giorno della sua morte. A mia nonna, che doveva uscire di casa per fare la spesa, ma si peritava di lasciarla sola viste le sue gravi condizioni di salute, disse: "non ti preoccupare, vai pure a fare la spesa, tanto muoio lunedì!" E così fu, il lunedì peggiorò improvvisamente e morì prima di cena circondata da chi le aveva voluto bene tutta la vita.
Tanti anni sono passati ed io, che l'ho conosciuta poco, ho sempre provato una certa affinità con lei o meglio con quello che mi è stato raccontato, sopratutto credo di aver ereditato l'ironia e la curiosità di cui ti ho appena parlato. Inoltre quando mi è capitato di sognare dei numeri mi è sempre stato detto che era la nonnina morta a darmeli, anche se in realtà non l'avevo sognata. Il mio dubbio però è che non saprò saprò mai se ho ereditato da lei gli episodi strani che mi sono accaduti nel passato e che in qualche modo riguardano il sesto senso che lei possedeva.
Sto parlando di strani sogni, immagini, apparse all'improvviso nella mia mente durante il sonno, che riemergono chiaramente al risveglio e sconvolgono me e coloro con cui li condivido. Si potrebbe parlare di sogni premonitori, ma non mi azzarderei a tanto, vista la complessità della materia.
Ad ogni modo il mio rapporto con questi strani sogni inizia con una data ben precisa: 31 Agosto 1997. Era domenica mattina e mi alzai con un certo malessere, più mentale che fisico, legato ad un sogno che avevo fatto durante la notte, che mi aveva lasciato la sensazione di tragedia e tristezza, ma di cui mi ricordavo solamente un'immagine, quella di un'auto nera incidentata in mezzo ad un tunnel. Non ricordavo altro di questo sogno, mi alzai e mi apprestai a svolgere con calma tutte le mie attività domenicali finché passando per il salotto, vidi in tv la stessa immagine che avevo sognato la notte. Si trattava della mercedes nera su cui viaggiava la Principessa Diana a Parigi e che si era schiantata nella notte nel tunnel de l'Alma, provocando la morte della stessa Diana, di Dody al Fayed e dell'autista.
Rimasi davvero sconvolta dal fatto che, probabilmente nel momento in cui era successo lo schianto, io avessi visto in sogno l'immagine stessa dell'incidente, e cercai conforto nei miei cari, i quali però minimizzarono e preferirono credere che, anche se in quel momento non me ne ricordavo, la notte prima, rientrata in casa, avessi visto in tv i primi servizi dei telegiornali sull'episodio e ne fossi rimasta influenzata. Sono appena passati 16 anni da quel giorno e sono certa di non essere stata a conoscenza del fatto prima di andare a letto. Oltretutto quello è stato il primo di una serie di episodi simili accaduti tra la fine degli anni novanta e metà degli anni duemila, di cui ti faccio tre esempi esplicativi:

  1. Nel 1999 mio nonno materno morì all'ospedale in seguito ad una crisi cardiaca. In quel periodo mia madre aveva litigato con suo fratello, a tal punto che non si parlavano più da mesi, e mio zio non aveva informato mia madre dell'aggravamento delle condizioni di salute del padre. Fatto sta che una mattina mi svegliai e ricordai nitidamente di aver sognato mio nonno, che si trovava in una splendida piscina all'ultimo piano di un grattacielo e stava nuotando felicemente. Io mi trovavo a bordo piscina e avrei voluto raggiungerlo ma lui mi aveva bloccata, dicendomi "però non ti preoccupare io qui sto veramente bene". Il sogno mi aveva lasciato un senso di pace e tranquillità, sentimento che trasferii a mia madre tutta contenta. Un'ora dopo arrivò la telefonata che annunciava la morte del nonno durante la notte. In questo caso il mio turbamento fu maggiore dell'episodio dell'incidente di Diana, perché non solo non ero a conoscenza del fatto come nel caso precedente, ma nel sogno la persona che era morta si era rivolta direttamente a me e mi aveva lasciato un messaggio.
  2. Sognai la mia professoressa di matematica del liceo mi interrogava dopo una mia lunga assenza per malattia, e mi chiedeva di risolvere un'equazione il cui risultato era BOF, parola a me del tutto sconosciuta. Nel sogno andavo nel panico e mi stupivo di quanto fossero andati avanti con il programma, tanto che quello che avevo visto mi sembrava tutto fuori che matematica. Nella realtà raccontai la cosa a mio padre, che dall'alto della sua esperienza di programmatore, mi disse che potevo considerarlo l'acronimo di "Beginning Of File" e suggerì di giocare la mia data di nascita. Aveva ragione, anche se sbagliai a giocare e vinsi una cifra irrisoria.
  3. Durante un sogno vidi masso enorme che si era staccato da una montagna. Sotto, travolti dalla sua mole c'erano la mia amica Antonella e l'uomo con cui lei aveva una relazione, tra l'altro clandestina perché lui era sposato. Io lo odiavo perché faceva soffrire la mia amica, e infatti nel sogno lui era morto, mentre Antonella era viva per miracolo. Era ferragosto e la mattina chiamai Antonella, che mi disse che avrebbe fatto un'escursione in montagna. Io la sconsigliai vivamente e lei mi dette retta. Nei giorni successivi non venimmo a sapere di episodi di caduta massi nella zona dove avrebbe voluto recarsi Antonella ma la coincidenza fu strana. Dal quel momento ho istruzioni precise da parte delle mie amiche di informarle subito nel caso faccia dei sogni particolari che le riguardano.
Caro Lettore, 
negli ultimi anni questi episodi si sono notevolmente ridotti e affievoliti. Ogni tanto mi capita di sognare gente che mi dà i numeri, ma non sono per niente costante nel giocarli.
Però continuo a riflettere su ciò che è inspiegabile razionalmente, sul trionfo dell'ignoranza, nel senso comune di ignorare, cioè essere all'oscuro di certi fatti o di certe nozioni, che prevale su qualsiasi tipo di certezza quotidiana. Come è possibile vedere in sogno cose sconosciute a noi stessi? E' solo una coincidenza o davvero la nonnina ha capito questa nostra affinità e mi ha mandato dei messaggi (ahimè incomprensibili) da dove si trova?
Appuntamento al prossimo sogno....


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