dopo un breve periodo di interruzione comincio il nuovo anno con un post romantico.
La notte di S.Silvestro si è creata una circostanza per cui sono riaffiorati alla mia mente ricordi di un mio piccolo grande amore durante il periodo delle scuole medie.
Sono passati tanti anni però si tratta di emozioni che difficilmente si scordano, le emozioni dei primi amori, del primo bacio, dei primi batticuori.
Il mio primo bacio l'ho dato all'età di sei anni, ad un mio compagno di prima elementare, tale Rinaldo, un bambino biondo con una vocina stridula per la quale veniva spesso preso in giro da mio padre. Mi ricordo un pomeriggio di primavera, avevo invitato a casa Rinaldo insieme ad un altro compagno di classe, Sergio, giocavamo ad impersonare dei personaggi di fantasia. Io ero la principessa, Rinaldo il principe azzurro mentre Sergio era lo stregone cattivo che ci perseguitava impedendoci di coronare il nostro sogno d'amore. Alla fine corri di qua e di là sali e scendi le scale di casa ci ritrovammo seduti in giardino e lì scattò questo innocente bacio sfiorandoci appena le labbra mentre lo stregone cattivo veniva sconfitto e moriva tra atroci dolori. Quel bacio faceva parte del gioco e non mi sconvolse più di tanto, però è stato il mio primo bacio e tale è rimasto nella mia mente.
L'amore con Rinaldo non fu un così grande, evidentemente, perchè l'anno dopo il mio interesse si era riversato su compagno di classe diverso, Pier Francesco, biondo anche lui con dei meravigliosi occhi celesti, che era diventato il mio compagno di giochi preferito. Ci vedevamo spesso e dopo aver fatto i compiti insieme giocavamo al "nostro" gioco, quello di impersonare gli dei greci, una passione che ci aveva trasmesso la nostra maestra e che aveva coinvolto tutti i compagni di classe tanto che ognuno si era scelto una divinità e improvvisavamo scenette tra i vari dei specialmente nell'ora di ricreazione. Io ero Minerva e Pier Francesco Apollo. Il nostro gioco proseguiva appunto nel pomeriggio e ci ritrovavamo ad inventare storie pazzesche. Mi ricordo pomeriggi interi passati sotto il letto a nascondersi da improbabili nemici che poi inevitabilmente venivano sconfitti.
Eravamo una coppia perfetta, le mamme dicevano che da grandi ci saremmo fidanzati però non solo non scattò mai il bacio ma nemmeno ci fu il "fidanzamento ufficiale".
Finite le elementari andai alle scuole medie. Qui cambiò tutto, le mie amichette delle elementari capitarono in classi diverse dalla mia e io mi ritrovai a cercarmi nuovi compagni di giochi. La mia amica del cuore delle medie si chiamava Lucia, ci siamo trovate subito e non ci siamo lasciate per tutto il corso delle medie.
Il primo anno fu quello che ricordo molto bene, per vari motivi, ma soprattutto perchè io e Lucia ci eravamo inventate un nostro alfabeto fatto di simboli, con cui ci scrivevamo messaggi o riempivamo i nostri diari segreti per esprimere i nostri sentimenti nei confronti dei ragazzi. Lei era arrivata dalle elementari portandosi dietro l'amore verso un certo David, che non la considerava nemmeno di striscio, ma che per fortuna di Lucia era capitato nella stessa scuola anche se non nella stessa classe. Inoltre Lucia era amica di Andrea, suo compagno alle elementari, che adesso era diventato compagno di classe alle medie suo e di conseguenza mio e che a me piaceva. Andrea era piccolino pieno di lentiggini e molto timido. Grazie a Lucia riuscii a fidanzarmi con lui, anzi, come si diceva, a mettermi insieme a lui. Mi ricordo benissimo come avvenne questa cerimonia di investimento a fidanzati: io e Lucia ci recammo a casa di Andrea, suonammo il campanello, lei salì e gli chiese se si volesse mettere con me, lui rispose di sì, lei scese mi comunicò la notizia, facemmo salti di gioia e ce ne andammo via.
Insomma questo fidanzamento rimase di facciata sia perchè nessuno di noi due fece il passo ulteriore, anzi ci evitavamo di brutto a causa della nostra timidezza, sia perchè dopo poche settimane io vidi per la prima volta un compagno di classe di David ( quello che piaceva a Lucia) e persi letteralmente la testa per lui, dimenticandomi della promessa scambiata con Andrea e non considerando nessun altro se non, appunto questo ragazzo che si chiamava Luciano, moro con i capelli lunghi alle spalle, di carnagione scura e non tanto alto. Era un pò il bulletto della situazione, un pò scontroso per certi versi ma credo a causa della sua timidezza. Non ho mai capito in tre anni di medie se io gli interessassi e quanto, perchè nonostante il mio amore per lui fosse immenso e soprattutto diventato in seguito una delle storie che si raccontavano a scuola, grazie anche alla cortesia della mia insegnante di lettere che lo aveva diffuso, lui non si fece mai avanti. Solo una volta mi fece battere il cuore più che mai illudendomi sul fatto che gli potessi piacere, quando si presentò alla festa per il mio compleanno ( dodicesimo o tredicesimo non ricordo), dandomi il colpo di grazia con un regalo, un piccolo cofanetto di madreperla che ho tenuto per anni a prendere polvere sullo scaffale di camera. A testimonianza di quella festa c'erano delle diapositive scattate da mio padre, ma credo di non avere mai avuto l'occasione di rivederle, anzi probabilmente sono andate perse durante qualche trasloco.
Finite le scuole medie le nostre strade si sono divise e non ho più rivisto nessuno, se non Rinaldo incontrato qualche volta in biblioteca a studiare durante gli anni di università. Con il mio ingresso al Liceo e le mia crescita si sono persi in parte la spensieratezza ed il gioco che avevano caratterizzato le mie storie degli anni precedenti e le cose si fecero più serie, ma questa è tutta un'altra storia.
Però non è finita qui perchè improvvisamente nella mia mente si apre il capitolo "piccoli amori estivi". Durante il periodo delle scuole elementari, ho subito il fascino di piccoli corteggiatori estivi, a conferma del fatto che i miei "fidanzatini delle elementari non erano così fondamentali per me visto che non ho avuto nessun dubbio a "tradirli".
Lo scenario in cui si sono consumati questi amori è quello delle Isole Eolie in Sicilia, in particolare l'isola di Lipari, dove mi sono recata per tre anni consecutivi a trascorrere le vacanze estive. Dato che mia madre era insegnante, abbiamo passato ogni anno almeno due mesi in un paesino che si chiamava (e si chiama tuttora) Canneto Lipari, dove alla fine eravamo diventati quasi dei locali visto che il paese era piccolo e si conoscevano tutti.
Qui il primo anno feci la conoscenza di Francesco, figlio del pescatore, che aveva un paio d'anni più di me. Ho pochi ricordi di lui, sia sul suo aspetto sia su come l'avevo conosciuto e che cosa provassi effettivamente per lui, però mi ricordo che passavamo molto tempo insieme andando a pescare con la sua barchetta o sul molo e che mia madre si fidava a mandarmi con lui perchè era il figlio del pescatore nonchè rivenditore del pesce di fiducia.
L'anno successivo invece fu la volta di Fabio, un ragazzetto non tanto alto, ma con un viso d'angelo bellissimo. In questo caso io mi innamorai follemente di lui e lui di me, tant'è che ci mettemmo proprio insieme rendendolo noto al gruppetto di amici, in parte villeggianti e in parte locali, con cui trascorrevamo il tempo. Stiamo parlando dell'estate del 1981, io avevo 10 anni, uno dei periodi più belli della mia infanzia, proprio grazie a Fabio e al gruppetto di amici più o meno coetanei con cui ho trascorso delle giornate meravigliose. Ad ogni modo nemmeno con Fabio scattò mai il bacio, forse uno quando ci salutammo prima della mia partenza per casa, con la promessa di ritrovarci l'anno seguente. Durante l'inverno ci scrivemmo delle lettere e lui mi mando anche la foto della sua Comunione, foto che conservo ancora e che ho ritrovato tempo fa.
L'anno successivo ritornammo a Canneto e si ricreò il gruppetto storico, ma con Fabio evidentemente le cose non funzionarono bene, tant'è che entrò nel gruppo un nuovo membro, Marco, un ragazzo moro, molto misterioso che provocò subito il mio interesse. E infatti poi ci mettemmo insieme anche con lui, cosa che fece preoccupare non poco mia madre perchè con l'occhio lungo aveva capito che Marco era abbastanza sveglio rispetto agli altri del gruppo. Ma io ero troppo ingenua e infatti, una sera che lui mi disse "dai vieni con me che andiamo in spiaggia a pomiciare" andai subito da mia madre a chiedere cosa volesse dire "pomiciare". Certo, a mia parziale difesa c'è da dire che accanto alla nostra spiaggia c'erano le cave di pomice e quindi il mio dubbio probabilmente derivava dall'assonanza delle due parole, fatto sta che mia madre mi proibì assolutamente di seguirlo sulla spiaggia e lui chiaramente dopo il mio rifiuto ando a cercarsene una un pò più furba...la mia esperienza a Canneto non proseguì negli anni successivi e in futuro mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se fossi stata meno ingenua.
Come detto in precedenza, crescendo ho avuto altre esperienze anche estive ma come anche questa è tutta un'altra storia...
Concludendo questo mio lungo post, devo dire che recentemente mi sono ritrovata su Facebook con Fabio e con alcune ragazze del gruppo, perchè una di queste ragazze ha pubblicato la foto che nel 1981 ci facemmo sulla spiaggia. Sono passati più di trent'anni ed è stato molto piacevole scoprire cosa sono diventati e come sono cambiati.
Però i ricordi rimangono sempre la parte più piacevole di tutti loro...
A presto
Nel+cistail-
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